parte I
Secondo il ricercatore spirituale e ideatore dell’antroposofia Rudolf Steiner, le lingue non sono mere convenzioni di persone alla direzione di un popolo. Invece sono dovute alle azioni dei mondi superiori che ispirano in un certo modo gli abitanti di un territorio. Comunque nella comunità dei linguisti viene spesso sostenuto che la prova per la convenzione arbitraria sarebbe il fatto che per la stessa cosa ci sarebbero differenti espressioni nelle varie lingue, cosa che sappiamo tutti. La parola “albero” com’è scritta e pronunciata non assomiglia al “tree” inglese e neanche al “Baum” tedesco. Steiner invece dice che il motivo perché le parole si distinguono da una lingua all’altra sarebbe quello che significherebbero anche cose differenti.
Come esempio ha scelto la parola “testa” che in tedesco si traduce con “Kopf”. Il concetto in italiano è diverso, indica proprio la funzione della testa, dice cosa fa cioè testare. Invece in tedesco la parola “Kopf” indica la forma tonda e centrata. Infatti si usa l’espressione “Kohlkopf” (cespo di cavolo) e “Salatkopf” (ceppo di insalata). Sarebbe più vicina la traduzione con “capo”. Steiner in questa logica afferma che l’ispiratore della lingua italiana è un avvocato, mentre quello del tedesco è uno scultore. Lo scultore ha che da fare con la forma che plasma dal materiale solido e duro. Ed è vero che le parole tedesche quasi tutte finiscono con una consonante mentre in italiano il suono finale di solito è una vocale, basta guardare questo testo. Non è detto però ancora niente del rapporto tra l’avvocato e l’uso abbondante delle vocali, magari al lettore/rice viene già un’idea.