Lo spirito delle lingue

Ci sono tante domande che si pongono a chi studia o vuole studiare una lingua straniera al contrario della madrelingua in cui ci sentiamo “a casa”. Di solito parliamo più o meno automaticamente e non riflettiamo sulla provenienza o del senso profondo delle espressioni. A scuola impariamo che ci sono sostantivi, verbi, aggettivi e tant’altro ma spesso ci sembra un po’ astratto e forse inutile perché anche senza la conoscenza della terminologia parliamo in modo corretto. Prendiamo tutto per scontato perché l’idioma l’abbiamo già imparato prima che ce ne ricordiamo. Solo quando arriva un nuovo termine dovuto a una nuova creazione o invenzione spesso tecnologica come “app” o “scanner” siamo confrontati come trattarlo e inserirlo nel linguaggio esistente. Dobbiamo decidere il genere dell’app(licazione) e secondo la regola della desinenza conferiamo quello femminile invece magari diciamo “lo scanner” perché è un apparecchio e quindi maschile, dobbiamo sempre trovare un punto di riferimento. La lingua di provenienza, in questo caso l’inglese non ci dà alcun aiuto perché gli oggetti lì sono tutti neutri.

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