L’integrazione del sole e degli altri pianeti secondo Tolemeo nella pedagogia – un approccio di autoformazione animico-spirituale
parte I: la tricotomia e un esercizio dell’anima
Il pedagogo che cerca di promuovere lo sviluppo delle parti più profondi di se stesso ma anche dei suoi alunni trova delle indicazioni per esempio nella “scienza dell’uomo generale” antroposofica di Rudolf Steiner (1861-1925) in modo molto dettagliato, nella “educazione cosmica” della pedagogia di Maria Montessori (1872-1950), anche nelle opere di Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827) affermando di “agire con testa, cuore e mano” e nelle opere di pedagogi di formazione ecclesiasta come Don Bosco (1815-1888).
Un approccio più recente che è ricco di spunti pratici e con il vantaggio che estende lo sviluppo anche all’età degli adulti si trova con la pedagogia dei pianeti di Heinz Grill (nato 1960). Lui è ricercatore spirituale in vari campi e discipline, autore e ideatore di progetti come “l’oasi del sole” con la scuola di alta formazione spirituale a Naone / Lundo nel Trentino. Tra l’altro è un noto arrampicatore, esperto di medicina antroposofica e fondatore della “Nuova Volontà Yoga” in cui ha sviluppato un nuovo stile di yoga adatto per le esigenze dell’uomo di oggigiorno. Ha scritto un libro sulla pedagogia che è stato pubblicato nell 2012 in lingua tedesca con un titolo che si può tradurre con “Le segnature dei pianeti e lo sviluppo animico-spirituale nella pedagogia.” (originale: “Die Signaturen der Planeten und die seelisch-geistige Entwicklung in der Pädagogik”, Lammers-Koll-Verlag) Di quest’opera un capitolo è stato tradotto in italiano, quello del “sole nella pedagogia”, disponibile dall’autore di questo sito come testo scaricabile qui.
Nella parte iniziale del libro che non è ancora stato tradotto Grill espone un approccio alla spiritualità che richiede un approfondimento di alcuni termini fondamentali come “spirito” e “anima” che spesso vengono presentati in modo superficiale. Invece stimola di fare una ricerca adeguata che da una parte è basata su testi con contenuti di valore spirituale che sono da studiare attentamente. Cioè sarebbero da riflettere e da ripensare ricostruendo i pensieri in modo che rendono il concetto. Dall’altra parte è necessario la pratica di cosiddetti “esercizi dell’anima” per sviluppare un senso per le realtà metafisiche che fin’ora non è presente e quindi deve essere maturato senza pretese e con pazienza.
Per esempio un senso fondamentale è quello per la realtà di una istanza superiore dell’essere umano, la quale l’antroposofia chiama l’Io, si potrebbe chiamarla anche parte spirituale. Conosciamo, almeno in teoria, tutti il concetto universale della tricotomia, cioè la suddivisione dell’essere umano nelle tre parti di spirito, anima e corpo. Nella scienza spirituale occulta, messa alla luce nell’antroposofia, è stato differenziato ulteriormente:
Lo spirito ovvero Io è inerente all’uomo ma per esempio non è inerente all’animale. Gli animali però sono dotati di un’anima, esprimono sentimenti come affetti di gioia, tristezza e speranza. L’anima nell’antroposofia è nominato corpo astrale, vediamo allora il rapporto con le astre, comunque per l’uomo si può parificarla con la consapevolezza, comprendendo anche l’incosciente. Poi c’è un elemento che organizza le funzioni vitali, il cosiddetto corpo eterico, presente anche nelle piante ma non nei minerali e nella materia “morta” che da corpo fisico costituisce l’ultimo elemento dell’essere umano e anche del mondo intero.
Un esercizio per sviluppare un senso per la differenza tra l’Io e il corpo astrale è quello di concentrarsi sulle caratteristiche che contraddistingono ambedue. Per questo scopo osserviamo per esempio una persona adulta che sta creando una rappresentazione usando le sue forze mentali. Questa rappresentazione avviene tramite una partecipazione attiva verso l’esterno in modo oggettivo. Dopo stacchiamo lo sguardo dall’immagine e lasciamo risuonare nell’anima l’impressione e l’immagine che sta per nascere mentre ci ricordiamo.
Dopo di questo osserviamo per 2-3 minuti un animale che non può farsi delle rappresentazioni invece è motivato e spinto nelle sue mosse da forze impulsivi e istintivi.
Dal primo immagine riceviamo un’impressione sensibile, più profonda che tramite quest’attività mentale, oggettiva viene portato alla nascita una nuova realtà che è stata creata. Questa realtà prima non c’era quindi l’uomo è in grado di creare delle idee o almeno fantasie. Sono state create non dagli organi del corpo invece da delle dimensioni luminosi, di una forza della luce.
L’animale invece non fornisce quest’espressione luminosa e creativa quando rivolge lo sguardo verso l’esterno. Reagisce da spinte inconsci agli impulsi affluenti che arrivano dal mondo esterno. L’animale attira proprio con gli occhi l’attenzione verso l’interno e sembra per questo simpatico. Però non crea una realtà luminosa invece la prende dentro nella sua sfera.
Questo esercizio per sollevare un senso della presenza o assenza della istanza creativa dell’Io è un esempio dell’attività necessaria, assieme allo studio delle nozioni, per avvicinarsi a una pedagogia che promuove uno sviluppo animico che considera e integra l’elemento spirituale. In una prossima parte trattiamo il contesto dei pianeti ovvero esseri pianeti secondo Tolemeo.